Piccoli critici
Un laboratorio per piccoli critici teatrali
Il festival offre la possibilità ai bambini che vogliano seguire gli appuntamenti del festival di cimentarsi nel ruolo del “critico teatrale”.
Attraverso un paio di incontri, all’inizio e alla fine del Festival, saranno aiutati a sollecitare alcuni strumenti utili per allenare lo sguardo e il cuore, in modo da poter raccontare alla fine il loro catalogo di emozioni.
Quanto prodotto verrà condiviso sul blog del festival durante e dopo questa settima edizione.
Gli incontri si terranno nei giorni 29/12 e il 4/01 – dalle ore 16.00 alle ore 17.00 sulla piattaforma zoom
Il laboratorio è condotto dall’attrice SILVIA LODI ed è rivolto ai bambini dai 9 anni.
Per informazioni e iscrizioni 347 9021446 – 327 7372824
In viaggio con le storie
Rosafiore, moglie dell’Imperatore
Rosafiore, moglie dell’imperatore
di Silvia – 10 anni
La storia “Rosafiore, moglie dell’imperatore” è una storia molto coinvolgente. Una valigetta e 2 marionette il suo narrare in modo scorrevole e simpatico, mi ha fatto divertire molto.
Il messaggio che trasmette è quello di vivere in modo amorevole apprezzando le nostre scelte, cosi da essere bravi governatori della nostra vita.
La sensazione che i personaggi trasmettono è di divertimento puro, ovvero l’ingrediente giusto per cogliere di sorpresa, ogni brutto attimo.
Quello che mi colpito di più è il contesto della storia, legata da fili di armonia.
Gradimento (da 1 a 5 stelle)
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Rosafiore, moglie dell’imperatore
di Martina – 10 anni
Su un treno valigie, un attrice e dei Burattini: streghe, cavaliere e una viandante.
Sono usate in modo comico, tragico e molto divertente.
In questa storia fantastica mi sono sentita coinvolta insieme ai personaggi vestiti in modo medievale, e con le streghe vestite tutte uguali. Per me il racconto si svolgeva in un epoca storica dove prevalevano i sentimenti come l’amore e i sogni, come la storia del cavaliere che voleva sposare Rosafiore. Ma mi ha
anche suscitato tristezza per le spose morte, impressione per le cose che sapeva fare Rosafiore, e per la narrazione eccitante perchè volevo vedere come finiva la storia (in modo drammatico). La storia mi è piaciuta, molto coinvolgente e con tutte le qualità per essere pubblicata on line e farla vedere ai telespettatori. Non c’era nulla che non mi ha convinto, e non do consigli perchè la storia era perfetta.
Spero che gli altri vedano lo spettacolo e che arrivi anche a loro le emozioni.
Veramente stupendo
Gradimento (da 1 a 5 stelle)
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Rosafiore, moglie dell’imperatore
di Marta – 9 anni
Lo spettacolo parla di una statua che viene vista da un principe che chiede la sua mano e 3 streghe gli fanno una maledizione cioe’ che non potra’ parlare fino a quando qualcuno non dirà ROSAFIORE , MOGLIE DELL’ IMPERATORE.
A raccontare ci sono una narratrice e 5 marionette: il principe ha un accento divertente la viaggiatrice cerca di sdrammatizzare e delle streghe una ha la gobba l’altra da un occhio non vede e la terza non parla. Non ho trovato alcuna morale. Mi ha suscitato tristezza perché alla fine muoiono tutti. La cosa che mi è rimasta più impressa è quando le streghe hanno fatto prendere vita alla statua.
La narrazione era convincente, mi ha coinvolto tanto. Non mi è piaciuto che finisce male.
Gradimento (da 1 a 5 stelle)
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Rosafiore, moglie dell’imperatore
di Maria – 11 anni
Lo spettacolo “Rosafiore, moglie dell’imperatore” parla di un amore impossibile tra un principe e una statua, Rosafiore. Il racconto è pieno di colpi di scena ed incredibili avvenimenti che rendono il tutto molto simpatico e interessante, tra streghe cattive e spose invidiose. La storia è raccontata da una narratrice che, con l’aiuto di simpaticissime marionette, rende coinvolgente lo spettacolo e fa immergere nel racconto chi lo ascolta grazie alla sua impressionante spontaneità. La scena è curata nei minimi dettagli, i personaggi-marionette sono molto semplici, ma al contempo molto utili ed aiutano a sdrammatizzare alcuni momenti della storia.
Il principe è vestito molto semplicemente, con una tunica legata in vita da uno spago, e ha un marcato accento che rende divertenti i suoi dialoghi. Le tre streghe hanno una voce molto aspra e sono bruttissime; inoltre, una è cieca da un occhio, l’altra ha una gobba e l’ultima parla peggio delle altre perché ha una lisca di pesce infilzata in gola. Infine, la viaggiatrice è vestita poveramente ed è un personaggio simpatico e interessante, perché cerca di indovinare (e ci riesce!) le battute che ci saranno, riuscendo a sdrammatizzare alcuni frammenti dello spettacolo. Complessivamente, i personaggi sono tutti molto curati e ben immaginati.
Complessivamente, lo spettacolo mi è piaciuto molto: dato che era molto coinvolgente, ho provato dispiacere, disgusto, felicità… e mi è piaciuto che anche questo racconto avesse una “morale”, un insegnamento: innanzitutto non dobbiamo imitare qualcuno se ciò può avere delle gravi conseguenze su di noi, e poi si deve conoscere bene una persona prima di sposarla, altrimenti si potrebbe scoprire che questa è una statua o è vittima di un maleficio!
L’unica cosa che non mi è piaciuta è l’assenza di un lieto fine.
Gradimento (da 1 a 5 stelle)
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Rosafiore, moglie dell’imperatore
di Cecilia – 9 anni
Lo spettacolo “Rosafiore la moglie dell’imperatore” parla di un principe che si innamorò di una bella ragazza, vittima di un sortilegio che consisteva nel non parlare fino a quando qualcuno non avesse pronunciato il suo nome che era appunto Rosafiore moglie dell’imperatore. Questo incantesimo era stato fatto da tre streghe: la prima aveva la gobba, la seconda era cieca solo da un occhio e l’ultima invece non poteva parlare. Il principe dopo un paio di mesi decise di sposarla. Dopo il matrimonio passarono anni, mesi ma il principe non ce la fa più a stare con una ragazza che non gli parlava mai e così la lasciò. Il principe sposò tante altre principesse che morirono tutte, nel cercare di imitare le imprese di Rosafiore. Una notte il principe andò da lei e le disse in modo sarcastico: “chi ti credi di essere? Rosafiore la moglie dell’imperatore?”. Così l’incantesimo fu rotto e la ragazza cominciò a parlargli e da quel momento ritornarono a vivere insieme.
I personaggi non sono reali ma sono dei burattini e l’idea mi piace molto. La storia viene raccontata dentro una locomotiva con divanetti in legno rossi, come sfondo invece c’è una piccola porticina. I burattini sono vestiti con tuniche bianche e con fasce colorate, tranne le streghe che indossano vestiti scuri.
Lo spettacolo mi ha coinvolta tantissimo, ma non mi è piaciuta la scena in cui il burattino principe è vicino all’attrice narratrice, perché quando parla si capisce che la voce è la sua.
Questo spettacolo mi ha trasmesso tanto stupore, perché non mi aspettavo così tanto da un piccolo spettacolo con il titolo che, all’inizio non mi ha tanto colpita e tanta allegria perché delle scene sono state davvero divertentissime.
C’è stato un punto che mi ha colpito di più, cioè quando il burattino inizia a gridare per imitare le principesse. Secondo me la morale della storia è che non si deve voler troppo dalla vita e bisogna apprezzare ciò che si ha.
Gradimento (da 1 a 5 stelle)
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Rosafiore, moglie dell’imperatore
di Scipione – 13 anni
Lo spettacolo parla della storia di una statua di una ragazza che per colpa di tre streghe si trasforma in ragazza in carne e ossa però vittima di un sortilegio che non la fa parlare.
La storia è raccontata su un treno ma è ambientata in una città in un tempo indefinito.
Storia coinvolgente e divertente della tradizione popolare, raccontato da buffe marionette.
Adatto a tutti. Altamente consigliato.
Le occasioni nella vita sono tante ma poche sono giuste.
Gradimento (da 1 a 5 stelle)
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In viaggio con le storie
Canto di Natale
Canto di Natale
di Cecilia – 9 anni
Questo spettacolo parla di un attore che immerso nel suo lavoro non ha il tempo di festeggiare il Natale con gli amici e i familiari e nemmeno di partecipare a delle manifestazioni di beneficenza. Mentre aspetta alla stazione dei treni, legge un copione e s’imbatte nella storia di Scrooge, un avido uomo di affari, che non credeva nel Natale e che la notte della vigilia, viene visitato da tre spiriti: lo spirito del Natale del passato, quello del presente e quello del futuro, che gli fanno ripercorrere tutta la sua vita. Nel racconto compare un amico e collega defunto di Scrooge, Jacob Marley. Quest’avventura cambiò per sempre la vita del signor Scrooge e forse ha cambiato un po’ anche quella dell’attore! La storia viene raccontata dentro una sala d’aspetto di una stazione dei treni con tavolini e divanetti. L’attore usa molto spesso il telefono per chiamare il suo collega che festeggia con la sua famiglia e gli amici, per parlargli di lavoro. L’attore è vestito con jeans e camicia scuri, con giacca di pelle e cappello. Questa storia mi ha trasmesso tristezza perché anche l’attore nel raccontarla è molto triste e arrabbiato. La narrazione è molto convincente e sembra che non è stato tutto organizzato prima per fare delle riprese. Secondo me, la morale di questo spettacolo è che non si deve pensare solo a sé stessi ed aiutare gli altri fa bene anche a chi lo fa!!
Gradimento (da 1 a 5 stelle)
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Canto di Natale
di Alice – 11 anni
Un attore mentre legge “il canto di Natale” a noi ragazzi, capisce di essere avaro come Scrooge, così anche lui cambia e diventa buono. Ha un giubbotto di pelle, dei jeans strappati, i capelli spettinati. Mi piace molto sembra un viaggiatore. La scena si svolge nella sala di attesa di una stazione, si vedono un albero di Natale con le luci, i modellini dei treni, una lampada accesa sul tavolo, un cellulare e una palla di neve.
Tutti possono cambiare anche quelli più cattivi.
Gradimento (da 1 a 5 stelle)
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Canto di Natale
di Maria
11 anni
Lo spettacolo “Canto di Natale” parla di un uomo molto burbero, Scrooge. Lui odia il Natale, ma cambia idea grazie a tre spiriti, quello del Natale passato, presente e futuro.
Il tutto è pieno di emozioni contrastanti: disprezzo, ansia, felicità, tenerezza, che si alimentano grazie al grande coinvolgimento che questa storia offre. Gli elementi sono molto curati, il discorso è fluido e gli ambienti sono azzeccati. Mi piace molto il fatto che il narratore, prima rude e freddo e poi più aperto al Natale, in qualche modo rispecchi il carattere di Scrooge ma con un aspetto più moderno, così che per chi guarda sia più semplice capire com’era veramente lo scorbutico protagonista de “Il Canto di Natale”. Questa “rivisitazione” del grande racconto di Dickens mi è piaciuta molto, e non ho trovato nessun difetto. Trovo che anche l’attore è stato molto bravo e ha reso le varie scene dello spettacolo molto realistiche.
Il narratore è vestito in un modo che già rende chiaro il suo carattere: indossa un giubbino di pelle, dei jeans… il tutto rigorosamente nero. Inoltre, quando legge perché Scrooge odia il Natale gli dà ragione, e quando Scrooge cambia idea lo fa anche lui, quindi è un po’ come se fosse “lo Scrooge del presente”.
Non c’è niente che non mi è piaciuto: dal primo all’ultimo minuto dello spettacolo, anch’esso molto ben curato, ho adorato i dettagli, la semplicità dei personaggi, i continui colpi di scena…
Gradimento (da 1 a 5 stelle)
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Canto di Natale
di Marta – 9 anni
Nel racconto sono presenti tre spiriti: del Natale Passato, Presente e Futuro.
Lo Spirito del Passato era piccolo, sia giovane che vecchio; quello del Presente era un gigante, e quello del Futuro era incappucciato.
Il messaggio dello spettacolo è che il denaro non dà la felicità.
Mi ha suscitato commozione perché è bello che le persone possano cambiare in meglio.
La scena che mi è rimasta più impressa è quando Scrooge si presenta a casa del nipote.
La narrazione era convincente, mi ha coinvolto tanto.
Non c’è nulla che non mi è piaciuto.
Gradimento (da 1 a 5 stelle)
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Canto di Natale
di Silvia – 10 anni
“Il Canto di Natale” è una storia che ti fa riflettere sulla vita. Non si è ricchi solo se si ha soldi. In realtà è ricco chi ha sentimenti, chi si mette a disposizione degli altri, chi aiuta senza pretendere dagli altri. Chi riesce a vivere così avrà una vita serena fatta di amici, di sorrisi, di aiuti.
Questa storia apre i nostri cuori verso gli altri e verso il mondo senza nessun pregiudizio migliorando l’animo di noi stessi.
Il narratore veste in maniera casual con jeans, camicia nera e giubbino di pelle nero. A me personalmente dà l’impressione di una persona cupa, così come il protagonista della storia.
La storia è stata molto coinvolgente anche la presenza delle chiamate verso altre persone e gli effetti luce che di tanto in tanto si susseguivano non distoglievano l’attenzione dal racconto, anzi la animavano rendendolo ancora più piacevole.
Consiglio a tutte le fasce di età di farsi travolgere da questa storia perché non si è mai grandi per
cambiare.
Gradimento (da 1 a 5 stelle)
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In viaggio con le storie
Il gigante e la farfallina
Il gigante e la farfallina
di Alice – 11 anni
Un vagone buio un po’ pauroso, la baracca del gigante che è la stanza dove si conservava la posta nel treno, il luogo dove si svolge questa storia che mi è piaciuta molto perché mi ha fatto immaginare la bambina, i fiori, la tempesta, il folletto e ho pure immaginato la musica.
All’inizio il gigante non mi piaceva, mi sembrava cattivo ma poi ho capito che forse non sapeva come si voleva bene. Poi ho avuto paura che la bambina morisse ma il gigante ha capito che le voleva bene e ha deciso di crescerla.
Anche una persona grande e grossa non deve essere per forza cattiva, forse all’ inizio aveva paura di voler bene alla bambina, ma poi ha avuto paura di perderla, forse non era abituato a provare e ricevere affetto e amore , anche le persone diverse da noi hanno il diritto di essere amate.
Gradimento (da 1 a 5 stelle)
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Il gigante e la farfallina
di Silvia – 10 anni
Il personaggio che narra la storia è seduto su una panchina in un vagone di un treno. L’ambiente è scuro, cupo proprio per non distrarre l’attenzione dal narratore che spesso assume delle espressioni facciali e dei toni di voce diversi che ti coinvolgono nella scena. I personaggi della storia sono il gigante
una persona avara, solitaria, con il cuore freddo e una farfallina-bambina che pian piano entra nel suo cuore dal quale non ne uscirà più.
“Il gigante e la farfallina” è una storia ricca di sentimenti, emozioni, cadute e riflessioni. Questa sinfonia, canta nel cuore di ogni persona, rendendoci più puri davanti al futuro, che apre le porte anche ai più “cattivi” disposti a dare la loro vita per far felici gli altri.
Gradimento (da 1 a 5 stelle)
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Il gigante e la farfallina
di Maria – 11 anni
Lo spettacolo “Il gigante e la farfallina” parla di un gigante che per sbaglio fa entrare una farfalla in casa ed essa si trasforma in una bambina. Dapprima la tratta con disprezzo e noncuranza e la manda via, ma poi, quando si accorge che lei è in difficoltà, corre a salvarla affrontando mille ostacoli nel bel mezzo di una terribile tempesta e la fa tornare da lui. A questo punto, ormai non più bimba, la piccola donna che è diventata si sposa con un elfo e il gigante decide di diventare più buono, tanto che ogni giorno invita gli abitanti del bosco a casa sua per pranzo.
Ho provato tenerezza per la bimba-farfalla e per il gigante che prima di incontrarsi vivevano nella solitudine, mi sono arrabbiata quando il gigante ha voluto a tutti i costi mandare via la bambina, ho avuto paura quando tutto attorno al gigante è diventato tempestoso e infuocato perché la bambina poteva essere in pericolo, ho tirato un sospiro di sollievo quando il protagonista ha trovato la bambina viva e vegeta a dormire, sono divenuta contenta quando lei, ormai piccola donna, si è sposata con un elfo e il gigante, quasi “suo padre”, ha accettato ed è cambiato, è diventato più aperto e socievole.
Questa storia promuove e sostiene l’uguaglianza, perché non dobbiamo disprezzare chi è diverso o più debole di noi, ma lo dobbiamo accogliere a braccia aperte e così vedremo che anche i più diversi (dal nostro punto di vista) non devono rimanere emarginati dalla società, ma devono essere trattati come tutti, senza discriminazioni o prese in giro. Lo spettacolo mi è piaciuto molto, anche perché il narratore, grazie alle sue divertenti uscite, riesce a sdrammatizzarlo e a coinvolgere tutti quelli che lo guardano facendogli provare tantissime emozioni. L’unico difetto a mio avviso è la narrazione un po’ lenta.
Gradimento (da 1 a 5 stelle)
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Il gigante e la farfallina
di Francesca – 9 anni
Mi è sembrato molto carino già dal titolo. Un gigante è cattivo e allora quando trova un’amica la respinge ma quando la perde è tristissimo.
Una scena che mi è rimasta impressa è quando mangia che sembra che non mangia da giorni per come mangia. Un pentolone gigantesco dal quale il cibo viene versato direttamente nella bocca del gigante, senza neanche metterlo nel piatto.
All’inizio ho provato tristezza per il gigante, ma poi sono diventata felice quando trova un amico.
E’ importante avere amici sennò si resta soli e tristi.
Gradimento (da 1 a 5 stelle)
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Il gigante e la farfallina
di Marta – 9 anni
Lo spettacolo si svolge in un vagone ferroviario arrugginito in cui il narratore racconta del boscaiolo gigante e in alcuni punti del racconto si vede anche il gigante che nella capanna beve la zuppa da un paiolo molto grande. Il narratore e il boscaiolo indossano abiti comuni. La bambina ha gli occhi verdi e i capelli rossi. Il senso dello spettacolo è che la solitudine rende le persone tristi e burbere. Perciò prima di allontanarci dagli amici bisogna pensarci bene. Ha suscitato sia tristezza che felicità. Tristezza quando il gigante ha mandato via la bambina, felicità perché l’ha ritrovata e la storia ha avuto un lieto fine. La scena che mi è rimasta più impressa è quella in cui la bambina dormiva serena sotto la quercia e tutti gli animali e i folletti le stavano attorno. La narrazione era convincente, mi ha coinvolta, però era un po’ lenta.
Gradimento (da 1 a 5 stelle)
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In viaggio con le storie
Vado a vivere su un albero
Vado a vivere su un albero
di Francesca – 9 anni
Una ragazza che fa di tutto per proteggere la natura e dopo due anni di vita sopra ai rami di un albero riesce a salvare un intera foresta.
Lo spettacolo vado a vivere su un albero è bellissimo la signora che lo racconta ti fa sentire come nella storia mi sono piaciute molto le scene con la videocamera perché ti fanno vedere la storia anche per poco, ma erano molto intense quando spiega che la ragazza è stata sopra l’albero per 2 anni.
Una frase che mi è rimasta impressa e quando dice che rimarrà su quelľ albero anche nella tempesta questo mi fa pensare che quella ragazza era davvero molto determinata e questo mi è sembrato stupendo!
Gradimento (da 1 a 5 stelle)
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Vado a vivere su un albero
di Silvia – 10 anni
Julia, una volta che si rende conto della gravità nell’abbattere gli alberi, si rifugia su Luna la sequoia più antica che le dà il coraggio di sopravvivere alle tempeste della vita…
Il personaggio che narra la storia è lo stesso che interpreta la protagonista del racconto, Julia. Indossa abiti semplici, coprenti, avvolgenti che ti danno quella sensazione di calore per proteggersi dal freddo gelido non solo fisico ma anche del cuore.
Tristezza, coraggio, felicità, paura, tutto un misto di emozioni che dà alla storia sfumature di mille colori, che rendono la vita e la storia più ricca di sentimenti.
Diverse frasi mi hanno insegnato le grandi possibilità che la vita ci offre mentre ci sorride e ci indica la strada migliore per il nostro futuro. Una di queste è: ogni passo mi aiutava a farne un altro.
“Vado a vivere su un albero” è una storia intrecciata da drammi e sorrisi, conquiste e lacrime, ognuna delle quali rende la storia avvincente, aiutandoti a rendere avvincente e coraggioso anche il tuo cuore, perché ricordate che per raggiungere i propri obbiettivi bisogna prima credere alla vita e poi noi stessi.
Gradimento (da 1 a 5 stelle)
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Vado a vivere su un albero
di Alice – 11 anni
Una ragazza parte per proteggere un albero, resta per due anni su questo albero. La ragazza di nome Julia Butterfly Hill affronta una tempesta in cui rischia di morire ma ne esce viva. Dopo due anni Julia trova un accordo con una società che le promette di non abbattere Luna, l’albero su cui ha vissuto e di non abbattere l’ intera foresta. La storia vuole dire che dobbiamo rispettare la natura. Gli alberi ci proteggono come le farfalle.
Mi ha colpito quando l’attrice ha detto che gli alberi quando vengono abbattuti urlano, e quando ha detto che dal momento in cui una farfalla le si è appoggiata sulla spalla lei si è chiamata butterfly, le farfalle portano bene, come anche ne “il Gigante e la farfallina”.
Gradimento (da 1 a 5 stelle)
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Vado a vivere su un albero
di Maria – 11 anni
Lo spettacolo “Vado a vivere su un albero” parla di una giovane attivista, Julia “Butterfly” Hill, che vuole far fronte al disboscamento e, vivendo su una sequoia per due anni, ci riesce, nonostante le difficoltà che incontra. Mi è piaciuto molto, perché trasmette un valore importante: non dobbiamo rassegnarci a fare la differenza solo perché siamo minuscoli rispetto alla grandezza della Terra, ma anche nel nostro piccolo dobbiamo cambiare il mondo in cui viviamo. Lo spettacolo si svolge su un treno. La narratrice ha con sé solo il telefonino e un enorme zaino da campeggio. Il tutto era molto coinvolgente, e a volte provavo paura a causa dei colpi di scena o dei tristi avvenimenti. Mi sono rimasti più impressi i video che Julia faceva, in cui raccontava i avvenimenti che le accadevano, perché aveva un tono timoroso, che mi faceva pensare a qualcosa di brutto. Nonostante questo, l’esposizione era molto curata nei minimi dettagli e mi ha appassionata dall’inizio alla fine.
Gradimento (da 1 a 5 stelle)
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In viaggio con le storie
Junchio e la principessa
Junchio e la principessa
di Alice – 11 anni
Una storia d’amore tra una principessa troppo rosa e un ragazzo troppo duro, quando si sposano , vanno in viaggio di nozze in Canada dove per farsi una foto insieme, non sapendo di avere l’autoscatto, si disegnano l’uno affianco all’altra , insieme diventano più reali e vivono felici e contenti che è un fatto che non riguarda i maschi e le femmine ma tutti gli esseri umani.
L’ attrice ha una giacca rosa quando racconta della principessa e una giacca marrone quando racconta del ragazzo. Mi ha colpito quando l’ attrice fa prendere per mano le giacche perché unendole tutto sembra collegarsi, sembra più bello.
Quando ascolto una storia, non penso che sia per un maschio o per una femmina, penso che sia per tutti, le storie non sono quadrate, non hanno solo un colore , altrimenti sarebbero noiose.
La storia insegna che le storie sono belle se sono per tutti e non hanno limiti e confini.
Gradimento (da 1 a 5 stelle)
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Junchio e la principessa
di Maria – 11 anni
Lo spettacolo “Juncho e la principessa” parla di una mescolanza tra storia per maschi e storia per femmine, in cui un cowboy con moto, pistola e stivali si innamora di una bella principessa che aspetta da tanto tempo il suo principe azzurro, ricamando pizzi per i suoi cuscini rosa. La favola è abbastanza coinvolgente, sicuramente molto curata nei minimi dettagli. Mi è piaciuta molto per via della divertente narratrice che a tratti si rendeva conto che la storia era troppo per maschi o per femmine, e allora cambiava situazione, ma alla fine ha intrecciato i due racconti, facendo emergere un insegnamento: non ci sono solo storie per maschi o per femmine, ma i due tipi si possono mescolare per dare vita a dei racconti nuovi e a volte anche molto belli.
Consigliatissimo, ovviamente sia per i maschi che per le femmine e per tutte le età.
Gradimento (da 1 a 5 stelle)
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Junchio e la principessa
di Francesca – 9 anni
Una storia di una principessa e la storia di un ragazzo motociclista che si uniscono per formare un unica
storia.
Non ci sono scene della storia ma la signora che racconta ogni volta che parla della storia di Junchio e
della storia della principessa cambia da giubbotto rosa a giubbotto di pelle marrone.
È una storia molto bella anche se per alcune cose mi è sembrata da piccoli, ma del resto molto bella che
fa capire che non esistono storie da femmine e storie da maschi le storie sono storie punto e basta.
Gradimento (da 1 a 5 stelle)
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Junchio e la principessa
di Silvia – 11 anni
“Junchio e l principessa”, due opposti nella vita, che si incontrano e insieme condividono la loro strada. Uno completa l’altro.
La narratrice è su un vagone di un treno tutto bianco. L’unica cosa che colora la scenografia sono i due cappotti appesi, simbolo della diversità di genere. A volte la scenografia si colora di rosa o celeste per differenziare i protagonisti: la principessa tutta pizzi o il cowboy terribile maschiaccio.
Una storia significativa alla vita che rende uno spettacolo straordinario gli incontri tra due persone diverse. Bello il messaggio, un po’ meno la storia, forse troppo ricca di interruzioni che distraggono l’attenzione che lo spettatore rivolge alla storia.
La parte che mi è rimasta più impressa è quando hanno disegnato sulle loro foto singole il personaggio mancante. Completando l’immagine della foto, è come se avessero unito il loro bene e le loro diversità creando un unico animo, che sa amare il mondo per com’è.
Gradimento (da 1 a 5 stelle)
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Junchio e la principessa
di Marta – 9 anni
La narratrice cerca di raccontare una storia che sia per maschi e per femmine, si trova sul vagone di un treno che si colora di rosa oppure di azzurro a seconda che si racconti una storia per maschi oppure per femmine.
La narratrice usa giubbini diversi a seconda che racconti una storia per maschi oppure per femmine.
Il messaggio dello spettacolo è che le cose che piacciono ai maschi e quelle che piacciono alle femmine non sono poi tanto diverse, infatti alla fine del racconto il rosa e il blu si mischiano.
Mi sono molto divertita.
La cosa che mi è rimasta più impressa è quando la principessa si butta dal 302 piano.
La narrazione era convincente.
Lo spettacolo mi è piaciuto molto.
Gradimento (da 1 a 5 stelle)
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In viaggio con le storie
Viaggio al centro della terra
Viaggio al centro della terra
di Marta – 9 anni
La narratrice era su un treno, ci sono 2 elementi: una specie di torcia e una lente di ingrandimento.
Quando parla come se fosse lo zio usa un accento straniero e in generale usa dei gesti.
L’ insegnamento è: non ti devi mai scoraggiare.
Mi ha suscitato felicita perché sono usciti vivi.
Mi è rimasto più impresso quando racconta che il vulcano stava per eruttare.
La narrazione era convincente
Gradimento (da 1 a 5 stelle)
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Viaggio al centro della terra
di Maria – 11 anni
Lo spettacolo “Viaggio al centro della Terra” parla di un noto geologo che intraprende un viaggio verso il centro della terra accompagnato dalla nipote e assistente Axel e da un cacciatore islandese, Hans. Mi è piaciuto molto perché tanto avvincente, pieno di colpi di scena e curato nei minimi dettagli, senza contare la grande espressività dell’attrice. Ho provato tantissime emozioni e sono contenta che un grande classico come questo sia stato elaborato nel migliore dei modi anche con l’aggiunta dell’insegnamento secondo il quale non dobbiamo mai arrenderci in quello in cui crediamo.
Mi è rimasta impressa la frase del sig. Lindenbrock “Axel, finché il cuore batte e la carne palpita, io non ammetto che un essere dotato di volontà si abbandoni alla disperazione”.
A mio avviso non c’è nessun difetto.
La narrazione era convincente
Gradimento (da 1 a 5 stelle)
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Viaggio al centro della terra
di Silvia – 11 anni
“Viaggio al centro della Terra”, è una storia che narra di una giovane fanciulla che si trova
improvvisamente in una avventura ricca di emozioni. La narratrice interpreta anche la nipote dello zio
scienziato, una ragazza che definirei non sicura del suo futuro, ma curiosa della vita. A condividere le
sue emozioni c’è lo zio Otto Lidenbrock, con il quali scende fino alle viscere della Terra.
Il racconto è stato animato da tanti gesti da parte della narratrice che lo hanno reso anche divertente, ma
tutta la storia in contesto ha fiorito in me la strada della curiosità.
E’ una storia che ti insegna i gialli della vita, ma anche il modo per superargli al meglio con la grinta
necessaria.
Gradimento (da 1 a 5 stelle)
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Viaggio al centro della terra
di Alice – 11 anni
Lo spettacolo narra la storia di uno zio scienziato che un giorno trova una pergamena , dopo averla decifrata ,decide di fare un viaggio al centro
della terra. Si tratta di un viaggio avventuroso che lo porterà ad attraversare un mare impetuoso e di ritrovarsi all’interno di un vulcano: lo
Stromboli.
L’attrice aveva un vestito che a me piaceva molto: era marrone chiarissimo e sembrava che stesse vivendo l’avventura, mi ha colpito come
recitava la voce dello zio, sembrava fosse lui, inoltre mimava molto bene i movimenti dell’azione e ciò mi coinvolgeva.
Viaggio al centro della terra è una storia che ti fa venire voglia di leggere il libro o di vederla al cinema.
La curiosità , il coraggio e lo spirito d’avventura si uniscono bene al luogo in cui vengono rappresentati: il museo ferroviario che è bellissimo perché ti riporta al
passato ed il passato è molto avventuroso, tutto da scoprire.
Gradimento (da 1 a 5 stelle)
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In viaggio con le storie
Le avventure di Huckleberry Finn
Le avventure di Huckleberry Finn
di Alice – 11 anni
Huck è un ragazzo di 14 anni che vive vicino al fiume Missisipi al tempo della schiavitù dei neri. E’ molto povero e viene cresciuto da una vedova che gli
insegna l’alfabeto ma con sé ha uno schiavo di nome Jim che lei tratta come un oggetto. Tra Huck e Jim nasce una grande amicizia e così scappano alla
ricerca della libertà.
Anche questa storia si svolge nel vagone di un treno ma mi hanno colpito molto i colori: le tendine sono arancioni e i sedili verdi che mi facevano pensare ad
un prato e ai fiori, quasi mi dimenticavo che l’attore era dentro un treno, poi la musica era molto coinvolgente.
Essere uguali vuol dire avere rispetto , quando Huck si prende gioco di Jim alla fine, in un momento drammatico, non lo rispetta ma poi si rende conto che è
stato superficiale e gli chiede scusa, Jim non è il suo schiavo ma è il suo amico.
Mi piacciono le storie perché mi emozionano e questa mi ha emozionato molto perché secondo me alla fine Huck ha capito cosa vuol dire essere veramente
amici, uguali e liberi, vuol dire volersi bene ed essere felici.
Gradimento (da 1 a 5 stelle)
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Le avventure di Huckleberry Finn
di Maria – 11 anni
Lo spettacolo “Le avventure di Huckleberry Finn” parla di un giovane ribelle e del suo amico schiavo che prendono il volo sulle ali della libertà, intraprendendo un viaggio ricco di emozioni positive e negative, ma tutte forti e intense.
Il narratore è vestito come un contadino: indossa un cappello di paglia, una maglietta e dei pantaloni ripiegati all’estremità, inoltre ha delle simpatiche bretelle che lo rendono molto divertente e i suoi capelli sono tutti scompigliati, tutti aspetti che ci fanno pensare proprio allo sbarazzino Huck.
La storia mi è piaciuta molto, soprattutto per il messaggio che trasmette: dobbiamo lottare per quello in cui crediamo e disprezzare sempre la schiavitù.
Il narratore, molto bravo ed espressivo, rispecchia un po’ l’aspetto e il carattere di Huck, dando allo spettacolo il coinvolgimento necessario.
Gradimento (da 1 a 5 stelle)
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Le avventure di Huckleberry Finn
di Silvia – 10 anni
una storia dove due ragazzi diversi si incontrano. Entrambi hanno la stessa missione: raggiungere la
libertà. Chi per un motivo chi per un altro decidono di attraversare le acque del Mississippi per realizzare
il loro sogno affrontando diverse avventure. Un viaggio pieno di intemperie che non far altro che
rafforzare il loro rapporto di amicizia.
Il narratore nelle vesti di Huck Finn, un adolescente ribelle, interpreta la storia utilizzando atteggiamenti
provocatori proprio di chi non ama rispettare le regole per sentirsi libero dinnanzi al suo destino.
“Le avventure di Huchlebenny Finn” è un racconto armonico sulla vita. L’ amicizia, la differenza sul
proprio ruolo, il rispetto del diverso, in questa storia si uniscono creando la sinfonia ideale per vivere al
meglio.
Gradimento (da 1 a 5 stelle)
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In viaggio con le storie
Mio nonno e il mulo
Mio nonno e il mulo
di Silvia – 10 anni
È un racconto che narra come la vita umile di un contadino e di un mulo, può diventare amorevole anche se a distanza.
Al ragazzo viene strappato il suo mulo, a causa della guerra. Una decisione dolorosa alla quale, però non si può opporre. Da quel momento inizia per entrambi una vita separata, nel dolore, nelle frustrazioni, ma sempre con il cuore rivolto al proprio compagno.
Il messaggio dello spettacolo è quello di non rompere mai i fili che legano la vita, affrontare ogni lacrima e scoprire chi siamo veramente. Il legame tra il mulo e il nonno è qualcosa di veramente importante, perché ha dato al nonno un amico di viaggio per la vita. E, anche quando il destino chiamato guerra, li ha separati, il loro amore ha continuato a resistere uno negli occhi dell’altro.
“Mio nonno e il mulo “è una storia che insegna ad amare il passato attraverso cadute e riflessioni, è una favola sulla vita sfumata da 50 colori.
Gradimento (da 1 a 5 stelle)
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Kids Village
Me stesso tra gli altri
Me stesso tra gli altri
di Silvia – 11 anni
Un laboratorio che ti porta a riflettere sul tuo ruolo nella vita. Ognuno di noi è come un puzzle. Ogni tassello corrisponde a qualcosa di noi che può essere un sentimento, un difetto, un pregio, e tutti insieme formano la nostra identità.
Un’identità, una personalità unica nel suo genere e pertanto non deve mai essere sottovalutata. Ed inoltre ognuno di noi fa parte del mondo, ognuno di noi ha bisogno dell’altro per completarsi, ecco perché ritengo che sia un laboratorio interessante per capire meglio la vita.
Gradimento (da 1 a 5 stelle)
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Kids Village
La foresta di Bamboo
La foresta di Bamboo
di Silvia – 11 anni
Un laboratorio che ti porta a fare un salto nel passato, scoprendo la scrittura dei nostri antenati, ma ti aiutata anche a capire come una goccia d’acqua può far fiorire un sorriso.
Tra pittogrammi ed ideogrammi prende vita la nostra voce, una voce uguale in ogni parte del mondo.
Gradimento (da 1 a 5 stelle)
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