Un laboratorio per piccoli critici teatrali condotto da Silvia Lodi
Il festival offre la possibilità ai bambini che vogliano seguire gli appuntamenti del festival di cimentarsi nel ruolo del “𝒄𝒓𝒊𝒕𝒊𝒄𝒐 𝒕𝒆𝒂𝒕𝒓𝒂𝒍𝒆”.
Un percorso di 6 incontri attraverso i quali i partecipanti saranno aiutati a scoprire alcuni strumenti utili per allenare lo sguardo e il cuore, in modo da poter raccontare alla fine il proprio catalogo di emozioni. Ciò che realizzeranno sarà condiviso sul blog del festival.
5 gli spettacoli seguiti dal pool dei Piccoli critici. Ogni visione sarà anticipata da un incontro di approfondimento, in date e orari da definirsi. L’incontro conclusivo si terrà alle Manifatture Knos.
Il laboratorio è condotto dall’attrice 𝗦𝗶𝗹𝘃𝗶𝗮 𝗟𝗼𝗱𝗶 ed è rivolto ai bambini a partire dai 9 anni.
ALESSANDRA
11 anni
DAVIDE
10 anni
CECILIA
11 anni
LUIGI
10 anni
NICOLO’
9 anni
SPETTACOLO: Buoni e cattivi
- PICCOLO CRITICO: Alessandra
Sul palcoscenico c’è una scrivania ed una lampada sferica, l’azione si svolge in una casa ed il protagonista, che veste una giacca abbondante quasi fosse una vestaglia, ricorda i fatti avvenuti quando era bambino. Questo signore ricorda la sua maestra che alla lavagna nera, che scriveva su una colonna “buoni” e sull’altra colonna “cattivi”. Un giorno la maestra gli chiede di raccontare una storia a piacere su un bambino buono ed uno cattivo. Quando finisce di raccontare le due storie gli altri compagni e la maestra rimangono meravigliati, in quanto le storie si concludono diversamente: i cattivi, in genere, finiscono sempre male e i buoni hanno successo. La maestra dopo la conclusione del racconto chiede all’alunno quale sia la “morale” delle storie raccontate, ma l’alunno non sa il significato della parola “morale”. Cacciato di classe, il professore di matematica, interrogato dal bambino, gli risponde che la morale è il “messaggio”.
Ma gli dice anche che un famoso regista in un’intervista nella quale gli si chiedeva quale fosse il messaggio dello spettacolo, rispose : “io non sono il postino e la mia rappresentazione è un’opera d’ arte”.
L’attore mi ha molto coinvolta, soprattutto quando descrive la maestra e con il tono di voce alterato, la imitava.
Mi ha sorpreso il fatto che non fosse la solita storia con un finale già prevedibile e che nelle storie non sempre c’è una “morale”, anzi possono accadere delle situazioni diverse da quelle che siamo abituati a pensare.
GRADIMENTO ( da 1 a 5 stelle) * * * * *
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PICCOLO CRITICO: Davide
L’azione si svolge in una classe, l’attore è vestito elegante e mi ricorda uno scrittore. In scena una lampada e una cattedra utilizzati per la narrazione.
L’attore impersona Marc il bambino della storia, ha un cappello, una cravatta e un camice.
L’attore scende in platea con una lampada a forma di luna, e sembra come se stia comunicando in un linguaggio poetico, sembra quasi una sfera magica
La storia parla di un bambino a scuola e la maestra chiede di fare un racconto su un bambino buono. Marc scrive un racconto su un bambino buono e uno cattivo, quando consegnò il racconto alla maestra, lei lo chiamò a voce alta e gli disse di leggere a tutti il suo racconto e gli chiese di dire quale fosse la “morale” ma Marc non sa il significato della parola. La maestra sulla lavagna con il gessetto bianco scrive LA SPIEGAZIONE e caccia fuori di classe il piccolo Marc….
Lo spettacolo mi ha divertito molto. Forse si può anche essere cattivi per potersi difendere ma essere anche buoni.
GRADIMENTO ( da 1 a 5 stelle) * * * * *
SPETTACOLO: Evelina che viene dal mare
- PICCOLO CRITICO: Alessandra
In scena è presente solo un tronco di un albero, che mi ha fatto ricordare i tronchi che a volte si trovano sulla spiaggia trasportati lì, dalle onde del mare. E poi c’è Evelina, che indossa un vestito grigio con un grembiule rosso e delle ballerine nere, abbigliamento che mi fa pensare ad una bambina vissuta tanti anni fà.
Evelina è una bimba di 8 anni e vive in un paese di mare della Puglia. I suoi genitori sono i fornai del paese, ha due fratelli maschi che da grandi continueranno l’attività lavorativa dei genitori. Evelina non assomiglia né ai fratelli, né ai genitori che sono alti biondi e con gli occhi azzurri. Lei ha i capelli neri e gli occhi grandi e non si piace. Non gioca con gli altri bambini e le danno fastidio i rumori e gli schiamazzi. Nel paese c’è una bambina di nome Angelica che la infastidisce. Ad un certo punto incontra un bambino di nome Rocco e diventano amici. In occasione della festa del paese i bambini che hanno compiuto 8 anni vengono fatti salire su una barca, quindi salgono anche Evelina, Rocco ed Angelica. Un’onda travolge Angelica la fa cadere in mare ed Evelina si tuffa in mare e riesce a salvarla. Da quel momento la sua vita cambierà.
La narrazione mi ha coinvolta ed ha attirato la mia attenzione sino alla fine dello spettacolo.
Anch’io come Evelina non mi accetto o non mi piaccio come sono e a volte capita di non andare d’accordo con alcuni bambini, il messaggio che lascia al pubblico è quello di cercare di uscire dalla solitudine e di accettarsi per quello che siamo.
Mi è rimasta impressa la scena dove Evelina si tuffa in mare con l’amico, sentendosi finalmente a suo agio.
GRADIMENTO ( da 1 a 5 stelle) * * * * *
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PICCOLO CRITICO: Luigi
Sul palco è visibile un tronco d’albero. In scena Evelina, un lungo vestito blu e un grembiule rosso, una bambina completamente diverse da tutte, e per questo viene chiamata “brutta” dalle vecchie del paese e presa in giro da Angelica, una bambina molto bella. Un giorno Evelina si accorge di Rocco che prova a stare in equilibrio su un muretto, e che da come nuota sembra un pesce. Arriva il giorno della Grande Festa, il giorno più importante dell’anno. Evelina, Rocco, Angelica e tanti altri bambini del paese, salgono sul Maestrale, la barca più vecchia del paese, e prendono il largo. Ma con le onde del mare Angelica cade nell’acqua, così Evelina e Rocco si tuffano per salvare Angelica, ma sfortunatamente Rocco rimane in mare. Da quel giorno tutti parlano dell’accaduto.
Mi è rimasta impressa la scena di quando Evelina si è tuffata in mare perché la scena è diventata tutta blu.
Il messaggio è che nessuno deve essere escluso.
GRADIMENTO ( da 1 a 5 stelle) * * * * *
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PICCOLO CRITICO: Cecilia
La storia racconta di Evelina, una ragazza diversa dalla sua famiglia, nell’aspetto e nel carattere, che viene considerata brutta da tutte le altre persone del paese. Ogni giorno tutti i bambini del paese vanno a giocare in piazzetta e fra questi c’è Angelica, la bambina più bella, che stuzzica sempre Evelina. Un giorno, visto che non sopportava più che Angelica la prendesse continuamente in giro, Evelina scappa. Tutti la cercano per tutto il paese finché un bambino, di nome Rocco, la trova. Per calmarla le dà una conchiglia da mettere vicino all’orecchio: Evelina si calma e torna a casa col fratello Michele. Alla festa del paese i bambini della sua età devono salire su una barca per essere benedetti, mentre la barca è in mare arriva un’onda e Angelica cade in mare e non riesce più a risalire. Così Evelina, senza pensarci due volte, si butta in mare e la salva. Questo avvenimento fa sì che le due diventano molto amiche.
In scena un ramo e una lampara che ricordano un porto.
Uno spettacolo avvincente e l’attrice, con un vestito blu con dei fiori celesti e sopra un grembiule color ciliegia, mi ha fatto entrare nella storia, sembra suggerire di non sottovalutare gli altri ma soprattutto sé stessi.
Mi è rimasta impressa la scena in cui Elvina salva Angelica e le luci sul palco diventano blu a rappresentare il mare.
GRADIMENTO ( da 1 a 5 stelle) * * * *
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PICCOLO CRITICO: Nicolò
In scena c’è un ramo che ci fa capire che è inverno.
Evelina è una bimba di 8 anni e i suoi genitori sono fornai. Abita in un paese marino pugliese in cui viene presa in giro, in particolare da Angelica. Evelina non capisce le parole che dicono gli adulti, e se la situazione la fa intimidire, scompare e rimane sempre da sola. Ma un giorno incontra Rocco che la fa rallegrare. Dopo alcuni giorni, nel giorno del maestrale, Angelica sta per morire annegata ed Evelina la salva.
Ho provato rabbia perchè Evelina viene presa in giro da Angelica, tristezza perchè Evelina viene esclusa da tutti e mi ha colpito che Evelina salva Angelica.
Il messaggio è che non ci deve divorare la cattiveria ma la gentilezza.
Mi sono annoiato un po’ perchè non mi è piaciuto il tipo di narrazione
GRADIMENTO ( da 1 a 5 stelle) *
SPETTACOLO: Donnes moi la main
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PICCOLO CRITICO: Luigi
L’azione si svolge come se fossimo in un cortile di una scuola. Sasha e Camilla, i due attori che ci accolgono, dividono le persone in gruppi, un gruppo è formato da persone che hanno cose in comune. Lo spettacolo mi ha suscitato molta gioia perché abbiamo fatto molti giochi, quello che mi è rimasto impresso è il “gioco del pappagallo”, che dovevamo ripetere esattamente le parole che ascoltavamo in cuffia.
Gli attori mi hanno coinvolto e ed era molto avvincente perché era uno spettacolo di movimento.
Meglio giocare tutti insieme invece di giocare separati in gruppi.
GRADIMENTO ( da 1 a 5 stelle) * * * * *
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PICCOLO CRITICO: Cecilia
È uno spettacolo interattivo che si ascolta con le cuffie con due attori che mostrano delle mosse che tu devi eseguire. Parla degli stereotipi legati al “ diverso”.
Tutto si svolge all’aperto in un grande giardino, molto divertente e coinvolgente perché sempre in movimento.
Il messaggio dello spettacolo è quello di non escludere qualcuno diverso da te perché c’è sempre qualcosa che ci accomuna.
GRADIMENTO ( da 1 a 5 stelle) * * * *
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PICCOLO CRITICO: Nicolò
Siamo in un cortile, anzi una ex cava di pietra leccese. Qui troviamo Sasha e Camilla, vestiti come ci si veste per andare in strada, ci fanno segno di indossare delle cuffie così possiamo stare più concentrati. Dalle cuffie parte un audio, una voce che ci fa delle domande oppure delle indicazioni per fare dei movimenti divertenti, ballare, formare dei gruppi e a seconda delle indicazioni, formarne altri ancora. Ho fatto parte di un trio nel quale suonavamo strumenti immaginari e poi ho ballato in coppia con qualcuno appena conosciuto, recitato una scena con altri seguendo le battute della voce in cuffia. Tanta gioia per aver fatto tante cose allegre, e poi in un attimo mi è venuta rabbia perchè dalle indicazioni dovevamo prendere in giro gli altri gruppi con una frase suggerita dalla voce e poi siamo stati presi in giro a nostra volta.
La cosa che veniva ripetuta più di tutte era “Cammina, cammina, cammina…”
Mi sembra che lo spettacolo ci voglia dire che non dobbiamo stare isolati.
Uno spettacolo bellissimo da non perdere che vale la pena di vedere
GRADIMENTO ( da 1 a 5 stelle) * * * * *
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PICCOLO CRITICO: Davide
Lo spettacolo si è svolto all’aperto, all’interno di un’antica cava. Il mettere in scena un’esibizione all’aperto mi ha aiutato a sentirmi libero di pensare ed esprimere i miei sentimenti.
Questo spettacolo è stato molto particolare rispetto a tutti gli altri che ho visto. Si ascoltano delle voci attraverso le cuffie, vengono poste delle domande alle quali non si deve rispondere a parole, a seconda della risposta che hai in testa, la voce indica di compiere delle azioni.
Le emozioni che ha suscitato in me sono state varie: curiosità nel scoprire il significato della parola “diversità”, felicità perchè mi sono sentito a mio agio nel aver fatto gruppo con altre persone, libertà di muovermi in uno spazio aperto.
GRADIMENTO ( da 1 a 5 stelle) * * * * *
SPETTACOLO: Storia di Peter che scoprì il peso dell’ombra
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PICCOLO CRITICO: Luigi
L’azione si svolge come se fossimo in un cortile di una scuola. Sasha e Camilla, i due attori che ci accolgono, dividono le persone in gruppi, un gruppo è formato da persone che hanno cose in comune. Lo spettacolo mi ha suscitato molta gioia perché abbiamo fatto molti giochi, quello che mi è rimasto impresso è il “gioco del pappagallo”, che dovevamo ripetere esattamente le parole che ascoltavamo in cuffia.
Gli attori mi hanno coinvolto e ed era molto avvincente perché era uno spettacolo di movimento.
Meglio giocare tutti insieme invece di giocare separati in gruppi.
GRADIMENTO ( da 1 a 5 stelle) * * * * *
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PICCOLO CRITICO: Cecilia
Al centro un grande telo bianco e su un lato un piccolo mobile con sopra una torcia per leggere.
Lo spettacolo parla di un ragazzo che fin da bambino gioca con la sua ombra. Un giorno, da grande quando non ci gioca più, incontra un mago delle ombre che gli chiede di vendergliela in cambio di una valigetta che realizza tutti i desideri. Peter accetta lo scambio ma dopo un po’ si pente di questa scelta. E due parti di lui decidono di andare a riprendersela.
La prima parte mi ha divertito mentre l’arrivo del mago delle ombre mi ha messo un po’ di angoscia. La scena che mi è rimasta più impressa è quando le due parti di Peter vanno a recuperare l’ombra.
I soldi non fanno la felicità.
GRADIMENTO ( da 1 a 5 stelle) * * * * *
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PICCOLO CRITICO: Nicolò
Questo di Silvio Gioia è uno spettacolo di ombre in cui si raffigura la vita di Peter e della sua ombra. Quando erano bambini, Peter e la sua ombra giocavano e giocavano, ma poi Peter diventa grande, deve lavorare, insomma vuole guadagnarsi i soldi, e quindi non ha più tempo per giocare con l’ombra. Finché ad un certo punto per avere la borsa di Fortunato, Peter dà la sua ombra al domatore di ombre.
Sul palco c’è solo una scrivania, l’azione si svolge in vari posti: prima nella casa d’infanzia di Peter, quando gioca con l’ombra; quando diventa grande Peter sta in un castello gigante, poi la casa del domatore di ombre.
Ho provato paura quando le ombre sono andate a liberare l’ombra di Peter dal domatore che stava dormendo, quindi mi sono spaventato un botto casomai si svegliava; gioia nel vedere che l’ombra giocava con Peter, rabbia perché Peter non doveva dare la sua ombra in cambio della borsa di Fortunato ma doveva restare con la sua ombra.
Il messaggio importantissimo è che non bisogna farsi divorare dall’avidità, dobbiamo dare più importanza a noi stessi che ai soldi
Mi ha colpito la tecnica delle ombre utilizzata dall’attore, anche se alcune scene mi hanno annoiato.
GRADIMENTO ( da 1 a 5 stelle) * * * *
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PICCOLO CRITICO: Davide
Lo spettacolo si è svolto all’aperto, all’interno di un’antica cava. Il mettere in scena un’esibizione all’aperto mi ha aiutato a sentirmi libero di pensare ed esprimere i miei sentimenti.
Questo spettacolo è stato molto particolare rispetto a tutti gli altri che ho visto. Si ascoltano delle voci attraverso le cuffie, vengono poste delle domande alle quali non si deve rispondere a parole, a seconda della risposta che hai in testa, la voce indica di compiere delle azioni.
Le emozioni che ha suscitato in me sono state varie: curiosità nel scoprire il significato della parola “diversità”, felicità perchè mi sono sentito a mio agio nel aver fatto gruppo con altre persone, libertà di muovermi in uno spazio aperto.
GRADIMENTO ( da 1 a 5 stelle) * * * * *
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PICCOLO CRITICO: Alessandra
Il protagonista è Peter, da bambino gioca con la sua ombra. Diventato adulto è costretto a non giocare più con la sua ombra, deve trovare un lavoro. Un giorno vede uno spettacolo di un mago con le ombre che gli propone uno scambio: la sua ombra in cambio della “borsa delle meraviglie”, dalla quale poter estrarre le cose desiderate. Peter inizialmente non sa se accettare o meno. Appaiono degli spiriti, uno suggerisce di accettare e l’altro invece dice di no. Peter alla fine decide di accettare, ottiene la borsa del mago, ma ben presto si pente, avvertendo una terribile solitudine. Si diffonde la notizia e tutti guardano Peter come l’uomo senza ombra. Ricompaiono gli spiriti che si accorgono della tristezza di Peter ed una notte vanno dal mago per rubargli l’ombra e restituirla. Peter con la sua ombra torna ad essere felice.
Sul palcoscenico è presente una piccola scrivania ed un telo bianco come sfondo, che consente di vedere l’ombra di Peter.
Questa storia mi ha emozionata molto e mi ha fatto riflettere: dobbiamo continuare anche da grandi a sognare e giocare e di non abbandonare qualcosa a noi caro per inseguire delle cose materiali che non ci renderanno felici.
GRADIMENTO ( da 1 a 5 stelle) * * * * *
SPETTACOLO: Il gigante egoista
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PICCOLO CRITICO: Cecilia
Lo spettacolo si svolge su una carrozza di un vecchio treno, all’interno del Museo Ferroviario. In scena solo un attore vestito di nero che impersona un corvo che racconta quello che vede dall’albero, nel giardino di un gigante dove i bambini vanno spesso a giocare dopo la scuola. Qui era sempre estate o primavera. Ma un giorno il gigante fece costruire delle grandi mura per non fare entrare più nessuno all’interno del suo giardino perché ne era geloso. Però senza bambini, nel giardino, non arrivava più estate o primavera ed era sempre inverno. Così il gigante decise di riaprire le mura per far tornare l’estate e i bambini.
Mi è rimasto impressa la scena in cui il bambino porta il gigante, ormai vecchio, in un altro giardino a vedere quanto era bello.
L’attore è molto bravo e coinvolgente e ci fa capire che non è mai troppo tardi per diventare migliori.
GRADIMENTO ( da 1 a 5 stelle) * * * * *
SPETTACOLO: Piccolo Sushi
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PICCOLO CRITICO: Alessandra
Sul palcoscenico, una grande marionetta a dimensione umana, dietro la quale c’è l’attrice che si intravede nell’ombra e diventa un tutt’uno con la marionetta che trascina un carretto per vendere il pesce. Sia i tratti della marionetta che le scritte sul carretto ed il sottofondo della musica, mi fanno pensare ad un piccolo paese del Giappone.
Il protagonista è un ragazzino giapponese, un venditore ambulante di sushi che ogni giorno raggiunge il paese vicino con il suo carrettino prima del levar del sole, per vendere sushi. Non riesce però a vendere il pesce e sogna di partire lontano con una barca, per questo motivo viene sgridato dal padre in continuazione. Dopo un po’ di tempo decide di cessare il lavoro e di partire per inseguire i suoi sogni.
Mi ha fatto pensare al fatto che se una persona fa un lavoro che non gli piace sarà per sempre triste e bisogna avere il coraggio di inseguire i propri sogni e la propria strada.
Mi è rimasta impressa questa frase: “Ricorda che non sorridiamo perché è successo qualcosa di buono, ma qualcosa di buono succederà perché sorridiamo”
GRADIMENTO ( da 1 a 5 stelle) * * * * *
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PICCOLO CRITICO: Luigi
Il ragazzo chiamato “Piccolo Sushi” eredita il lavoro dalla sua famiglia: la vendita del pesce di strada, ma non ci riesce. In scena c’è un carretto giapponese, mi è molto piaciuto come lo montava e smontava.
Mi è piaciuto molto la danza coi ventagli.
Mi faceva rabbia perchè nessuno era così gentile da comprare un po’ di pesce, e non mi piaceva la tristezza con la quale Sushi se ne andava via.
Il messaggio è che non ti devi mai arrendere.
GRADIMENTO ( da 1 a 5 stelle) * * * * *
SPETTACOLO: Ma solitude
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PICCOLO CRITICO: Cecilia
Sul palcoscenico c’è solo un giradischi con un disco che suona la musica di sottofondo. Un attore che indossa una tuta nera e un camice blu. E’ uno spettacolo fatto con burattini e parla di un uomo che è solo e gioca con la sua mano.
Uno spettacolo avvincente. La prima parte mi ha divertita molto, mi è piaciuto quando l’attore è quasi svenuto mentre gioca col burattino, invece quando il burattino muore mi ha messo tristezza.
il messaggio che trasmette è che ci si può divertire anche da soli.
GRADIMENTO ( da 1 a 5 stelle) * * * * *
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PICCOLO CRITICO: Luigi
Un attore gioca coi burattini credendo che siano persone vere, è vestito con una maglietta e una tuta come quelle che usano i costruttori e una giacca. Sul palcoscenico è visibile un giradischi utilizzato per ascoltare la musica.
Lo spettacolo mi ha molto divertito perché i burattini si muovevano sempre e in ogni parte del palcoscenico, ha persino rubato la borsa a mia madre.
Il messaggio che sembra lanciare è che uno pur non avendo mani e piedi e non può muoversi come gli altri, ma ha la fantasia che lo fa volare, può trasmettere questa capacità anche agli altri.
GRADIMENTO ( da 1 a 5 stelle) * * * * *